VERITAS LABORAT SAEPE, EXSTINGUITUR NUMQUAM

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sabato, dicembre 26, 2009








LA CONFESSIONE (2a parte)

Eccoci qui, come promesso iniziamo un viaggio nel tempo che mi portera' a rivivere la mia vita nella maniera piu' completa possibile. Ma forse e' meglio iniziare dalla fine. Cioe' da oggi.

Attualmente vivo a Playa del Coco, in Costarica, un piccolo paese con una splendida baia sull'Oceano Pacifico. Tutto sommato non avrei molto da lamentarmi: vivo in bell'appartamento fornito di piscina, ho denaro per almeno due mesi e, praticamente, non faccio niente tutto il giorno. Oddio, proprio niente no; curo la casa, mi devo preparare da mangiare, scrivo sul mio blog e mi dedico alle mie scommesse. Si avete capito bene: scommesse. Quelle che si fanno su Internet con i brooker on line. Devo dire che da un po di tempo non ne azzecco una ma continuo ad essere fiducioso. Prima o poi riusciro' a trovare un metodo che sia giusto, per il momento fluttuo (nel senso che non guadagno un dollaro, che e' uno!). Comunque questa vita ha due controindicazioni molto pesanti: la prima e' che sono solo come un cane con la lebbra, la seconda e' che oggi come oggi non ho la piu' pallida idea di quello che sara' il mio futuro! Non so letteralmente cosa fare! Mia moglie e mia figlia vivono a Toronto, ma di questo parleremo piu' avanti. Molto piu' avanti, credo.

Torniamo a noi: voi vi domanderete: ma come cazzo ci sei finito in un paese, piccolo per di piu', sull Oceano Pacifico? E' quello che cerchero' di scoprire con voi. Allora il mio nome lo conoscete, nasco nel 1961 ad Albano Laziale, una cittadina alle porte di Roma. Famiglia normale, padre, madre , un fratello piu' giovane ed una sorella ancora piu' giovane. Una famiglia di livello medio basso nella mia infanzia e poi di livello medio alto nella mia gioventu'. Nascere in questa famiglia e' la prima e piu' grande disgrazia che mi poteva capitare! Da li la radice di tutti i miei problemi: passati, presenti e futuri. Andando avanti con il racconto capirete perche' (gia' me la immagino mia madre quando e se gli racconteranno questo che sto scrivendo: "ma che dice!? ma questo e' tutto scemo!" e non sa che il peggio deve ancora arrivare). Allora, dicevo, nasco in questa cittadina ed in questa famiglia. Albano, quando ero giovane, era il classico posto dei Castelli Romani; un 25,000 abitanti che, piu'o meno, si conoscevano tutti. Se non di persona, almeno di vista. Era una cittadina come tante con le sue passeggiate, con i suoi politici corrotti e corruttori, con i suoi commercianti ladri, con piu' di qualche mignotta (e di conseguenza piu' di qualche cornuto!), con i suoi pettegolezzi a bassa voce, con la sua infinita ignoranza. Io non credo ci siano piu' di 10 persone in quel posto che conoscano, che so?, un quadro del Botticelli o un opera di Salieri. Ecco, io nasco li e li cresco. E cresco tutto sommato bene fino ai miei 19 anni quando, finito il militare, inizio la mia vita da grande e, subito, mi trovo ad affrontare responsabilita' e faccio la conoscenza con il mondo dell'infamita'; quella vera, quella che non ha pieta', quella che non conosce affetti. E indovinate un po' chi mi presenta da subito il conto della menzogna? Mio padre con l'appoggio, direi l'aiuto incondizionato, di mia madre! Il resoconto e' questo: quando ero militare (in Friuli) mi ero innamorato, diciamo cosi, di una ragazza; credo e spero ricambiato. Figlia di madre vedova e fortemente benestante mi propose di rimanere li con lei a vivere per un po', la cosa era talmente avanzata che la madre (la vedova) mi aveva comunicato che nel caso avessi deciso di restare lei avrebbe acquistato un autosalone e lo avrebbe lasciato in gestione a me e sua figlia, cosi che avessimo un lavoro del quale vivere. Tornato a Roma parlai di questa cosa con mia madre, convinto che dei genitori uno si puo' fidare, che allarmatissima mi dice:" ma come, tuo padre sta aspettando te per aprire una azienda in proprio e tu te ne vai?" Dovete sapere che mio padre e' un genio dei termosifoni, credo sia stato il migliore per molti anni in Italia, d'altronde faceva solo quello e solo quello sapeva fare. Non capiva (e non capisce) un cazzo di politica, di sport, non guarda film, non legge libri, non va al cinema, il teatro qualcuno gli deve aver detto che esiste ma se lo incontra nemmeno lo riconosce, non si e' mai occupato dei figli, non festeggia Natale, non va ballare, non va in vacanza; lui tutta la sua vita e' stato stretto ai suoi termosifoni e li lasciava solo per insultare me! E rompermi i coglioni. Attenzione che oggi sono anche io padre e quindi non parlo come un giovanotto restio alla autorita' dei genitori,anzi! Sono sempre stato un ragazzo molto attento al rispetto, forse un po impunito (come si dice a Roma) ma tutto sommato non credo di aver procurato molto guai in gioventu'. Detto questo andiamo avanti: udito quel che la mia famiglia si aspettava da me decisi a malincuore di rinunciare alla mia ragazza ed al suo autosalone (chissa' se lo ha piu' aperto poi? Boh!).

Il sabato seguente quando arriva mio padre, tutto pomposo annuncia:" per adesso vieni a lavorare con me a S. Giovanni Rotondo (provincia di Foggia), per un anno starai in cantiere con gli altri poi inizierai la tua carriera manageriale". Non credo sia esattamente cosi che mi disse perche' non avendo il dono della sintesi, ne le basi culturali avra' bofonchiato 40 minuti per dire cio' che io ho racchiuso in quattro parole. A queste parole il volto di mia madre si illumino' come quelli dei pastorelli di Fatima. Piu' avanti avrei capito perche'! Avevo 19 anni ed una settimana dopo il congedo, ripartivo da casa destinazione S.Giovanni Rotondo, sarei partito il Lunedi mattina alle 3.00 di notte e sarei tornato il Venerdi sera. In mezzo avrei lavorato 12/14 ore al giorno che nemmeno i cinesi! Ma tanto era solo per un anno e poi sarei diventato IL PADRONE!!
Alla prossima, credo presto perche' voglio sapere come va a finire! E allora, chevogliamofare?

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